Un caro saluto a tutti i colleghi. Dopo un lungo periodo di pausa torno a raccontare le mie vicende con una grande novità! Dopo tanti anni nella stessa catena di supermercati, anni di impegno, sacrificio, gioie e clienti, la nostra amorevole cooperativa ha deciso di cedere il nostro negozio ad un’altra catena, peccato che si sia dimenticata di toglierti da là dentro, quindi siamo stati barattati anche noi per qualche spicciolo in più.
Forse ci ha venduti al pezzo o forse a peso, sta di fatto che da un giorno all’altro abbiamo messo tutta la merce in sconto per svuotare gli scaffali: la merce avanzata l’ha trasferita in altri punti vendita, di noi si è dimenticata. Pare che nella missione sociale della cooperativa noi non fossimo contemplati. Cominciamo ad avere il sospetto che quando dicono che la cooperativa sei tu, raccontino solo della balle. Comunque abbiamo avuto un enorme sostegno morale dalla gentile clientela che non ha mancato di addolcire la pillola dimostrandoci grande solidarietà:
“Ooooh! Quanti sconti! Ma perché tutto scontato?” (Cliente anziana di tutti i giorni).
“Signora buongiorno, come dice il cartello all’ingresso: fra una settimana il negozio chiude” doppio nodo piano alla gola.
“Ma come chiude? Ristrutturate??”.
“No no, chiude proprio…”.
“E per comprare la mozzarella marchio cooperativa devo andare nell’altro negozio e devo fare tutti quei chilometri??? Abito qui davanti!”.
“Mi dispiace davvero signora…” e la immagino rincorsa da un branco di lupi in un bosco di ortiche.
“Mah… Ho letto il cartello… Chiudete in che senso?” (Cliente abituale).
“Buongiorno, chiudiamo nel senso che fra sette giorni il negozio non esisterà più…” deglutisco amaro.
“E quando riaprite?”.
“Non riapriamo”.
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