Ristorante.
Pago con la carta.
Perfetto.
È cordless.
Mmm sì, appoggi pure.
Il cliente, generalmente tra i 40-60 anni, il quale crede tutt’ora che sia impossibile pagare soltanto con l’avvicinare un pezzetto di plastica, eppure, tanto orgoglioso di poter dire che la sua carta è cordless (hahah io VOLO ogni volta, davvero un peccato trattenersi per professionalità).
Al mio “appoggi pure”, avvicina la carta, con timore, lentamente, come in un valzer.
Una volta avvicinata al punto giusto, rapidamente e senza che io me ne accorga, ha praticamente già messo via la carta.
Ovviamente il pagamento non è avvenuto.
Precisiamo: la cassa che utilizzo sul lavoro è uno di quegli obbrobri che funzionano a sberle e insulti. Figuriamoci con la tecnologia contactless e l’ansia dei clienti che temono per il loro patrimonio, va in tilt.
Signore, deve tenerla appoggiata almeno un secondo la carta, altrimenti non legge il pagamento.
Un secondo per dire, ovviamente.
La riavvicina e, dopo esattamente un secondo, la rimuove.
Cassa in tilt, ovviamente.
Signore, la tenga appoggiata (porcadiquellaputtanamannaggiaateeallatecnologia) e attenda il bip del dispositivo.
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