Lo vedo mentre gira per il parcheggio per almeno dieci minuti, avanti e indietro, cercando disperatamente un posto più vicino. Ma niente, i posti sono sempre gli stessi: quelli che gli avevo indicato io.
Alla fine, con la dignità a pezzi, lo vedo arrendersi e parcheggiare proprio dove gli avevo detto all’inizio.
Scende dalla macchina, mi incrocia con lo sguardo mentre sta tornando verso l’entrata, e capisco che non può semplicemente ignorarmi.
Si avvicina, mi guarda e con tono serio dice:
“Comunque, dovreste organizzarlo meglio, ‘sto parcheggio.”
Lo fisso.
“Ha ragione, signore. Lunedì chiamo l’architetto e lo rifacciamo.”
E incredibilmente si mette a ridere e dice “Ok, sono stato un vero str… scusami, giornata storta” ed entra nel supermercato.
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