“Allora me fai paga 80?”
“No mi dispiace, il prezzo è 130€, posso farle un po’ di sconto ma non arrivo a quella cifra”

“Ma io so amico de Massimo! C’ho il posto barca accanto al suo!”
“Mi fa piacere per lei”
“Senti, che volemo fa? Me la lasci a 80? Io devo fa sta festa, mi nipote vole quella sala. Dai su!”
“Guardi, ripeto, mi dispiace, ma il prezzo è €130. Posso farle un po’ di sconto, arrivo a 120, ma più di così non posso”
“Vabbè niente lascia perde! Comunque bella mia se fai così fallisci presto eh! Vedi de datte na regolata sennò così campi poco eh!”
E butta giù.

Passano le settimane e non si fa sentire. Per il 25 ottobre prenota una mamma. Arriva il giorno della festa, momento del pagamento. Sto compilando la ricevuta e la mamma è davanti a me col portafoglio in mano.
“Allora sono 130€”
“aspetta n’attimo. Papaaaaaaaà??? Vieni un attimo?”
Arriva un signore di mezza età, nonno del festeggiato.
“Mi dica, c’è qualche problema? Non vi è piaciuta la festa?”
“Ao, io so Carlo, l’amico de Massimo!”
“Come scusi?”
“Sì, c’ho il posto barca accanto a Massimo!”
“Aaahh sì, certo! Mi ricordo di lei. Quindi alla fine l’avete fatta qua la festa! Mi ha fatto chiamare da sua figlia per la prenotazione”
“Eh, si! Allora? 80 vanno bene, sì?”
Dopo altri 15 minuti di ‘io pago 80’ e ‘c’ho il posto barca accanto a Massimo’ ho minacciato di chiamare i carabinieri se non mi pagavano. Con una sfilza di parolacce, urla e maledizioni, alla fine ho avuto queste 130€.