Il vecchio si sistema il cappello, mi squadra per un attimo, poi con calma glaciale dice:

**“Eh… se vai dritto, prima o poi ARRIVI DA QUALCHE PARTE.”**

Io sorrido, ma dentro penso *che cazzo di risposta è?!*

“Ma la statale?” chiedo, sperando in qualcosa di più concreto.

Lui indica una stradina laterale, **ancora più stretta, ancora più sterrata.** “Prendi di là, poi al bivio gira a destra, poi vedi una cascina, passi dietro e poi scendi.”

Io guardo la stradina. **Sembra il set di un film horror.**

“No perché,” aggiunge il vecchio con un mezzo sorriso, **“se segui il navigatore finisci incastrato.”**

Ecco. *Esattamente il tipo di frase che mette ansia.*

Lo ringrazio, ma dentro di me penso: *Ma sì, figurati se un camion rimane incastrato. Il navigatore saprà il fatto suo.*

E quindi **ignoro il vecchio.**

Riparto e **seguo il navigatore.**

Dopo altri cinque minuti la strada diventa ancora più stretta. **Troppo stretta.**

Dopo altri due minuti **vedi che forse il vecchio non aveva tutti i torti.**

Dopo un altro minuto **capisci che sei fottuto.**

Tento una curva, il rimorchio scivola su un pezzo di fango, sterzo male e… **BAM.**

**Incastrato.**

Scendo, guardo la situazione.

Campi ovunque, il camion **piantato come un monumento**. Nessun segnale, nessuna anima viva.

E io, che solo mezz’ora prima mi sentivo più furbo del vecchio, **devo farmela a piedi fino a dove l’ho visto per chiedere aiuto.**