“Allora vi faccio accomodare in un tavolo dell’altra fila, uno di quelli accanto alle finestre. Il numero 10, prego.”
Mi avvio al tavolo designato, poso i listini e, visto che ci stanno mettendo una vita a seguirmi, torno un momento in cucina.
Rientro in sala dopo 30 secondi e vedo che si sono seduti al tavolo sbagliato, tra due tavoli già occupati.
E stanno divorando rumorosamente i grissini e lamentandosi, con gli sfortunati vicini di cena, di tutte queste precauzioni sanitarie, che a loro dire sono eccessive.
Al mio sguardo interrogativo (condito da una buona dose di odio profondo), l’uomo candidamente dice: “Signorina, il tavolo che aveva preparato era troppo lontano. Io sono grasso, non arrivo fino a là!”
Vado in farmacia a fare scorta di GUTALAX.