Ristorante.
Rispondo al telefono.
“Salve , vorrei avere un preventivo e un menù per fine maggio.”
“Sì signora , c’è disponibilità per la data, anche se poca perché è giorno di comunioni.”
“Va bene. Cosa mi date e quanto mi fate spendere?”
“Guardi, io posso proporle questo e quest’altro menù. Inoltre,lo chef, man mano che escono le verdure di stagione, compone sempre piatti extra del momento. Se per lei vanno bene questi menù come struttura, possiamo risentirci più avanti in modo da fornirle anche altre opzioni.”
“Quindi devo prenotare alla cieca?”
“No signora, queste cose che le sto dicendo ci sono, le sto solo dicendo che sicuramente più avanti, potremmo proporle anche altre alternative, se le fa piacere, perché lo chef quando cambia la stagione mette fuori sempre qualche nuovo piatto. Solitamente, a ridosso della data, chiediamo di venire a fare un paio di assaggi extra.”
(Capisco che mi sono infilata in un ginepraio a dirle che sarebbe uscito anche altro più avanti, per cui elimino il fatto che ci siano altre portate in futuro tra cui scegliere e le ripeto quelle che le sto dicendo dall’inizio, le classiche diciamo.)
“Sì va bene va bene, io poi neanche vi conosco, mi ha consigliato un’ amica… perché poi? Che manco sapete cosa darmi da mangiare…”
“Signora, come sto cercando di dirle da dieci minuti, tutto quello che le ho proposto c’è, le ho solo detto, che ci sono sempre piatti fuori i menù proposti ma questi ci sono sempre!”
“Si vabbè…senti questa è la mia email, mandami tutto eh, scritto tutto quello che c’è che poi vedo.”
“Sì signora, va bene…”