“Sa, è per mio nipote, non lo vedo da tre mesi e gli voglio portare un regalino” dice la signora, e fin qui tutto bene: il problema è che sembra non piacerle nulla. I DVD non li guarda, di buste sorpresa gliene ha regalate un mare, per lo slime è troppo piccolo; non manca nemmeno il commento omofobo-gender quando l’edicolante gli propone le figurine di Frozen col pupazzetto di Olaf (“le ho detto che è un maschietto!” urla inviperita). Intanto, la coda e il disappunto dei presenti aumenta.
Dopo un tempo imprecisato finalmente ci siamo: l’edicolante le mostra un libro illustrato che sembra essere di suo gradimento.
“D’accordo, va bene questo. Me lo può incartare?”
“Signora, questo non è un negozio, non ho la carta da regalo…”
“Ma io devo fare un regalo!”
“Se vuole va al tabaccaio qui di fronte e compra la carta…” E a questo punto la signora si imbufalisce:
“E io dovrei spendere pure i soldi per la carta? Già le sto comprando questa schifezza, che costa 10 euro e non ne vale nemmeno uno! Io gliel’ho detto da subito che dovevo fare un regalo, poteva dirmelo che non fate confezioni! Se lo tenga, vado da qualche altra parte!”
E se ne va, rovesciando al suo passare una confezione di bolle di sapone.
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