Non lavoro a contatto col pubblico ma quanto accaduto ieri sera va assolutamente raccontato.
Da quando è finito il lockdown, con alcuni amici, frequentiamo spesso una gelateria della zona, scelta tra le altre perché ha una sala esterna molto grande, circondata da zanzariere, tavoli ben distanziati, personale giovane e gentile (è a conduzione familiare) e ovviamente gelati strepitosi.
I camerieri che lavorano lì ormai ci conoscono.
Entriamo nel locale e il solito ragazzo ci saluta aggiungendo:
“Arrivo subito a provarvi la temperatura!”
Si avvicina con il termometro e mentre procede con il controllo, visto che al momento la sala era ancora vuota, mi sono permessa di fargli perdere qualche minuto e di chiedergli:
“Non ti è ancora capitato il cliente che non vuole farsi misurare la temperatura perché i termometri laser fanno male?”
Rimane un po’ basito per la mia domanda, così mi affretto ad aggiungere:
“Perché? Non lo sai? Ora oltre ai no-vax, no-mask etc, ci sono anche alcuni svalvolati convinti che ci vogliono uccidere con i termometri”.
Lui fa un sorrisetto (aveva la mascherina, ma si capiva dagli occhi) e mi dice che “questa se l’era persa” e fortunatamente non gli era ancora capitato.
A quel punto ci accomodiamo, ordiniamo, ci gustiamo il gelato e quattro chiacchiere.
Mentre stavamo uscendo dal locale, salutando i camerieri, il ragazzo che ci ha serviti mi fa cenno di avvicinarmi e indicandomi (senza farsi notare) una signora seduta lì vicino mi dice:
“È arrivata quella del termometro!”
“Allora non sono una leggenda, esistono davvero e sono tra noi! Ma tu cosa le hai risposto?”
Fa spallucce e mi dice:
“Le ho detto che tanto prima o poi tutti dobbiamo morire!”
Non ho potuto fare a meno di dargli il cinque, anche se poi abbiamo dovuto ri-igienizzarci le mani!
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