Oggi verso le 11 entra un uomo sulla quarantina, ben vestito, occhiali scuri, passo deciso.
Già mentre apre la porta guarda il telefono, poi me.

“Mi serve qualcosa per l’intestino. Ma non quelle robe che vendete voi.”

Cominciamo bene.
Gli chiedo se ha bisogno di un fermento, un integratore, se ha già parlato con un medico.
Mi fa:

“No, no. Ho letto su un forum molto serio. Dicevano che i probiotici fanno male se non hai i geni giusti. Lei li conosce i geni giusti?”

Lo guardo un secondo.

“Dipende da che intende per giusti. Se ha una diagnosi, posso consigliarle qualcosa. Altrimenti possiamo restare su un prodotto base.”

Ride.

“Ecco, la classica risposta da venditore. Io però ho studiato. Ho letto articoli. Ho fatto ricerche.”

Gli mostro comunque due prodotti.
Li prende in mano come se cercasse un difetto col microscopio.

“Questo ha il maltodestrine. TOSSICO. Questo ha l’inulina. L’inulina a me non suona bene.”

Cerco di spiegargli che l’inulina è una fibra, e il maltodestrine serve per la formulazione, ma niente.

“Lei è laureata in farmacia?”
“Sì.”
“E allora dovrebbe sapere che la scienza cambia. Io mi informo ogni giorno.”

Pausa.
Sento che sta per dire la sua perla.
E infatti:

“Io mi curo con l’istinto.”

Lo saluto con un sorriso diplomatico.