Il risultato? Un’inhalazione di fumi velenosi, una corsa in ospedale con intossicazione da diossina e, il giorno dopo, una lettera di licenziamento in mano.
Quando tornò a recuperare le sue cose, aveva smesso di fare il galletto. Non c’erano più battute sulla nostra lentezza, né risatine sprezzanti. C’era solo uno sguardo basso e una lezione che, forse, gli era costata cara.
Questa storia è diventata quasi una leggenda tra noi vecchi del supermercato. Ma la morale è importante: non tutti i giovani sono come Marco. Ne sono passati tanti altri dopo di lui, ragazzi in gamba, pieni di voglia di lavorare e di imparare. Oggi ne abbiamo alcuni che potrebbero insegnare persino a noi. Quindi sì, il tempo ha confermato una cosa: gli stupidi non hanno età. E la velocità non è sempre sinonimo di intelligenza.
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