Fisso un punto oltre la sua spalla.
Vorrei esserci io, in quel punto.
Mi chiede se ci sono cuffie “senza niente”.
Gli mostro quelle con cavo standard.
Le guarda schifato.
“No no. Il cavo mi stringe la libertà.”
Dopo 20 minuti prende una scatola.
Poi la rimette giù.
Poi prende un’altra.
Poi torna alla prima.
Poi mi fa:
“Ma queste, suonano?”
“No. Sono cuffie decorative.”
Non lo dico.
Ma dentro lo urlo.
Alla fine non compra nulla.
Esce convinto che il Bluetooth sia “una vibrazione mentale da attivare con cautela”.
Io resto lì.
Con la bocca chiusa.
E l’anima che fa buffering.
Commenti recenti