Ore 7.30, negozio chiuso, apriamo alle 8.30 da sempre.
Supermercato.
Stiamo preparando tutto in vista dell’apertura (che ripeto, è 1ora dopo).
Ad un certo punto mi sento salutare e io in maniera naturale (ero girata di spalle) saluto, convinta che fosse qualche fornitore e invece… Un cliente!
Chiedo: “Scusi, ma lei che ci fa qua…?”
Devo ordinare un pollo, e sono entrato.
Ma guardi che è chiuso, apriamo fra un’ora.
Ordino il pollo e me ne vado.
No, guardi signore, mi dispiace ma è assolutamente vietato. Il supermercato è chiuso. Non vede che è tutto spento… Ci sono le luci a metà… Tutto il supermercato in disordine? Torni fra un’ora.
Non avete voglia di lavorare visto che è domenica. Basta, non lo prendo più.
(bocca mia ti prego taci)
… Ma non me lo può ordinare lei?
Signore, – Dio del cielo ti invoco – forse non ci siamo capiti. Il gastronomo non è neanche arrivato. Ora mi segua, la accompagno all’uscita grazie.
(mi segue malvolentieri)
Assurdo.
Arrivederci.
Se ne va e io chiudo immediatamente tutte le porte e scopro solo dopo che il cliente era entrato approfittando del collega che era uscito per aprire i cancelli fuori.
Morale della favola: è tornato alle 12 ma i polli erano già tutti prenotati.
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