Dopo 5 minuti dobbiamo intervenire in tenuta anti sommossa per strappare la povera cassa dagli artigli del leopardo che ha preso possesso dei tizi in questione. Raramente qualcuno ci riesce e porta a termine l’avventura senza l’intervento nostro e dei paramedici.
Abbiamo ordine di invitare la gentile clientela all’uso dei mostri e con garbo ogni tanto convinciamo qualcuno a provare con la promessa di aiutarlo: “Venga signora, le spiego come funziona e se non riesce la spesa gliela batto io!”. Qualcuno accetta, altri trovano scuse del tipo: “Non vengo che tanto non ci vedo e farei dei danni!”, la più comune è “Sono contro quel genere di casse, tolgono il lavoro alla gente”, un tizio con una testata di capelli grigi e dal profumo di cane bagnato: “bestemmia NO! COL CASSO CHE VENGO LA’”.
Ma ecco che arriva lei! Passo da soldato sovietico, cappelli neri lucidi raccolti sulla testa con uno chignon, occhialini da vista sul naso e modi da guardia carceraria: “Salve, vuole che la aiuti con la cas…” non riesco a finire la frase, “MA SI TOLGA DI MEZZO! MI HA PRESO PER UN’IMBECILLE?!” E con un braccio mi allontana, “MA CREDETE DI AVERE A CHE FARE UN’IDIOTA?! FACCIO DA SOLA! AH AH AH!!! MA ROBA DA PAZZI!”, non replico perché il mio buon modo ormai è evaporato come il vino bianco sulla scaloppina. La osservo mentre con precisione millimetrica passa ogni articolo, lo appoggia sul rullo e non sbaglia nulla! Sono quasi dispiaciuto. Finito il conto raccoglie tutta la merce e si dirige verso il cancello di uscita dell’area casse.
Ora immagino non sappia che deve passare il biglietto sul lettore per farlo aprire, invece lo sa! Lo passa con un movimento che potrebbe spezzare un tronco di abete, il cancello si apre a mo’ di tagliola e il colonnello sparisce nella porta d’uscita. La odio.
Passano cinque minuti e mi trovo in ufficio: BEEEEEEP BEEEEEP [citofono delle sbarre del parcheggio].
Guardo il monitor. E’ lei!.
“Ha bisogno?”.
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