“No no, a me non serve, ma mi piace sentire le offerte.”
“Scusi, ma queste domande le fa di sua iniziativa o vi obbligano?”
“Posso mettere mia nipote al telefono? Tanto decide lei per me.”
“Ma siete sicuri di essere veri? Perché su internet ormai ci sono anche le copie.”
“Non posso parlare ora, sto in fila alla posta, ho gente dietro che mi guarda male.”
“Le rispondo mentre cammino, ma se cado mi risarcite eh!”
“Sa che secondo me queste cose le decide Elon Musk?”
“Il telefono prende male perché sono in cantina a cercare l’albero di Natale.”
“Mi chiami domani. O dopodomani. Faccia lei.”
“No guardi, io rispondo solo ai numeri dispari.”
“Se devo pensare troppo, rinuncio a prescindere.”
“Le promozioni non sono più quelle di una volta, come la mortadella.”
“Mi dica la verità: lo sa anche lei che è una fregatura.”
“Sono anni che mi chiamate. Ho cambiato pure provincia, ma niente.”
“Non posso rispondere adesso, sto spostando il pavimento.”
“Secondo me il problema è che ho il nome troppo complicato, no?”
“Posso farle una domanda io? Ma lei è contenta di lavorare lì?”
“Scusi, sono sordo. Però se urla forse capisco.”
“Guardi, io sono in ferie da tutto, anche dalle telefonate.”
“Se era una cosa buona non chiamavate a quest’ora.”
“Ho detto di no ieri, oggi non è cambiato niente.”
“Non mi interessa, ma parliamo un po’ che mi annoio.”
“Se è per vendermi qualcosa, vi avverto che sono più furbo di voi.”
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