Verso la fine di novembre la situazione esplode, lavoro sempre, almeno 4/5 datori di lavoro diversi e, drogato dall’esperienza nuova, come italiano, di lavorare e venire pagato a tempo ed ore, ancora non ho imparato a dire di no.
Così un sabato mi trovo con un turno triplo. Inizio al mattino alle cinque alla casa di riposo, preparo la colazione agli ospiti e li aiuto ad arrivare in refettorio. Qui saluto una delle mie nonnine preferite, 94 anni e sempre la testa in un libro, che mi presenta la figlia, ormai 60enne, arrivata dalla città perché si avvicina il Natale ed il suo compleanno.
Corro fra i mille impegni, alle 09:30 stacco e volo in bici dalla fioraia, perché sotto Natale ha tanto lavoro. Qui servo i clienti, impacchetto fiori e regali e ritrovo, poco prima di pranzo, la figlia della mia nonnina preferita che mi guarda e parla e prende una pianta per la stanza in casa di riposo della madre.
L’orologio corre ancora e all’una comincio il mio turno più lungo, quello alla tavola calda dall’altro lato della strada.
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