La situazione è la stessa del giorno precedente. Noi infangati fino ai gomiti, le occhiaie che ci contornano lo sguardo perché abbiamo passato la notte a sognare il fiume che si è portato via più di metà negozio, i lavoratori della ditta di pulizie che potrebbero essere scambiati per i RIS. Alzando gli occhi vediamo un’esile figura che come un’anima in pena si aggira tra gli scheletri degli scaffali ormai denudati. “C’è nessuno?”. Corre un mio collega e io per un attimo – non so perché- lo immagino tipo acchiappafantasmi.
“Signora non può entrare, il negozio è chiuso. Siamo finiti sott’acqua”.
“Eh ma io ero venuta apposta”.
Il Ghostbusters mio collega scorta lo spirito fuori dalla porta e io mi chiedo se le luci non siano una sorta di richiamo, come le lampade per le zanzare in estate.
Riabbasso gli occhi e mi preparo a un’altra notte trascinata via dal fango.
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