Oggi pomeriggio, ultimo appuntamento prima della pausa.
Prenotazione con una certa “BeaGlowOfficial”. Nome da catalogo smalti.
Arriva con mezz’ora di ritardo, entra senza scusarsi, e si annuncia come fosse Beyoncé:

“Ciao, sono qui per il viso. Faccio un sacco di contenuti, quindi please, niente luci gialle.”

Già da lì capisco che non sarà breve.

La accompagno in cabina.
Vuole una pulizia profonda.
Ma anche delicata.
Ma anche con effetto wow.
Ma anche senza rossori, eh, che “domani ho shooting per un brand di acqua in bottiglia”.

Comincia con le storie Instagram mentre mi parla sopra:

“Raga sono nel posto più top ever per farmi coccolare e rinascere ✨”
(ha sbagliato il nome del centro, ma fa niente, lo ha detto convinta)

Le spiego i passaggi del trattamento.
Mi interrompe:

“Fai come sai, ma tipo meno chimico, più vibrazione. Capisci?”

Sorrido. Fingo di capire.
Dentro: sto urlando come un ultras del peeling.

Durante il trattamento fa due chiamate, manda quattro vocali, e si lamenta perché la luce “le riflette il poro”.
Io, calma come il tonico che sto usando, le sistemo il viso con precisione chirurgica.

A fine seduta, si guarda allo specchio.

“Mmm. Pensavo di brillare di più.”