Lunedì mattina. Turno tranquillo all’autolavaggio.
Un paio di furgoni, due pensionati con la Panda, tutto normale.
Poi arriva lui: SUV nero, lucido già di suo, occhiali da sole anche con le nuvole, e quell’aria da “non ho tempo, ma anche troppa voglia di dire la mia”.
Scende, si avvicina alla cassa automatica.
Io lo saluto, lui mi squadra:
“Ciao. Senti, per pulire il cruscotto, che gettone uso?”
Lo guardo.
“Scusi?”
“Il cruscotto. Lo voglio lavare con la lancia. Basta il gettone normale?”
Faccio due passi indietro mentalmente.
“Intende… col gettone dell’esterno? Ma… dentro?”
“Sì, apro lo sportello e passo la lancia. È potente, no?”
Ora, visualizza:
questo qui che apre la portiera,
prende la lancia ad alta pressione
e pensa di farci “una passata rapida” sul cruscotto.
Come fosse un tovagliolo.
Da 120 bar.
Gli spiego con calma che no, non è consigliabile.
Che l’acqua ad alta pressione, dentro l’auto, rovina tutto.
Centralina, tappezzeria, prese USB, vita sociale.
Lui si irrigidisce.
“E allora perché non mettete un cartello?”
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